Suio Terme

Si tratta dell’area termale del Comune ove insistono varie alberghi termali con annesse cure e piscine termali.

Descrizione

Nell’area comunale di Castelforte, lungo il fiume Garigliano, sgorgano varie sorgenti con temperatura da 0° a 60° le cui acque sono classificate come le prime in Italia e le terze in Europa per presenza di iodio.

Proprio per questo motivo l’area fu una delle prime ad essere abitate in epoca remota. Lo stesso popolo degli Aurunci se ne servivano all’epoca della Pentapoli Aurunca, prima dell’avvento dei Romani.

Queste acque termali sono anche conosciute come acque vescinae, dalla città di Vescia e sono note sin dal III secolo dell’impero. Le antiche Terme, di cui parlano Lucano e Plinio, secondo alcuni studiosi somigliano strutturalmente a quelle di Caracalla e Diocleziano. I resti delle Terme Romane sono in attesa di essere recuperate e sono costituite dall’antica vasca di Nerone, testimonianza dei fasti dell’epoca e la loro presenza è attestata anche nelle bolle papali di Adriano IV e nelle cronache cassinesi XI e XII secolo.

Le sorgenti terminali hanno una composizione eterogenea: sulfuree-bicarbonato-calciche e alcalino-terrose. Le qualità terapeutiche sono quelle proprie delle acque sulfuree, particolarmente indicate per la balneo-fangoterapia, per irrigazioni e per tutte le cure dell’apparato respiratorio.

Nell’area sorgono vari complessi alberghieri e termali e piscine esterne che consentono di effettuare una serie di cure importanti per la pelle e per l’apparato respiratorio e veri e propri centri benessere.

Azione terapeutica

Le acque di Suio sono note per le loro capacità terapeutiche fin dall’epoca dell’antica Roma. E i Romani, che di queste cose s’intendevano, seppero utilizzarle anche con iniziative che oggi chiameremmo di turismo sociale e sanitario. Le caratteristiche chimiche e chimico-fisiche delle diverse sorgenti sono abbastanza simili tra loro e questo ne documenta in modo inequivocabile la comune origine da una antica falda. Dette acque sono: sulfuree-bicarbonato-calciche, alcalino-terrose e sgorgano a temperature oscillanti da 15 a ben 64° C. I pregi terapeutici di queste acque e le loro applicazioni sono quelli propri delle acque sulfuree, particolarmente idonee per la balneo-fangoterapia, per irrigazioni e per tutte le cure dell’apparato respiratorio (inalazioni, aerosol, nebulizzazioni) ed uditivo (insufflazioni endotimpaniche). Le manifestazioni morbose che più se ne avvantaggiano sono le malattie dell’apparato locomotore, dell’apparato genitale femminile, della pelle, dell’orecchio, naso e gola. I fattori terapeutici delle acque di Suio si compendiano nel calore, nel contenuto di zolfo, nella ricchezza di anidride carbonica che contengono. Ma, mentre il calore e l’anidride carbonica agiscono da fattori sinergici, lo zolfo agisce come fattore principale dello loro azione terapeutica.

Alle terme lo zolfo si assume:

  • per via cutanea
  • per via polmonare
  • attraverso la mucosa genito-urinaria.

Si ha, così un’azione terapeutica locale, svolta a livello della via di somministrazione e del tessuto che l’assorbe, e un’azione terapeutica generale su tutto l’organismo.

Azione terapeutica sui tessuti articolari e periarticolari

Questa azione si svolge  assumendo le acque sulfuree sia per bibita che a mezzo di fanghi. La cartilagine è, insieme con i capelli e le unghie, il tessuto più ricco di zolfo di tutto l’organismo. Nelle artropatie infatti, è dimostrata un’accentuata diminuzione di questo elemento nei tessuti articolari e periarticolari, che le acque sulfuree tentano di riequilibrare, favorendo la ripresa funzionale. Sui tessuti periarticolari l’azione dello zolfo si evidenzia con un’influenza nettamente positiva i cui effetti si notano specialmente quando le lesioni articolari sono scarsamente influenzabili perchè troppo avanzate.

Azione terapeutica sul ricambio

Lo zolfo a piccole dosi influisce rallentando il metabolismo basale ed il ricambio totale. Il ricambio dell’azoto viene influenzato accentuando l’eliminazione dei prodotti di decomposizione delle sostanza proteiche con un conseguente calo della azotemia, nel senso che il loro metabolismo si accentua e si attivano i fattori di lipotropi, che come è noto, sono composti di aminoacidi di solforati; questa attività tende a rimuovere i depositi di colesterolo dalle pareti arteriose con evidente beneficio per le alterazioni arterioscleotiche, per la circolazione, per la cenestesi generale. Un’azione favorevole si esplica anche verso l’eliminazione dell’acido urico, per cui i gottosi vengono favorevolmente influenzati dalle terapie a base di zolfo. Verso il metabolismo dei glicidi è nota l’azione ipoglicemizzante dello zolfo, che prende parte alla formazione della molecola dell’insulina e dei sulfamidici; lo zolfo inoltre, aumenta positivamente nel metabolismo dei carboidrati.

Azione terapeutica sull’apparato cardiovascolare

Le acque sulfuree agiscono favorendo una leggera vasodilatazione con una conseguente migliorata circolazione ed aumento della velocità di circolo e della quantità del sangue, ed una migliorata funzione cardiaca, quando la cura è ben condotta e le acque sono sapientemente somministrate. Non si può dimenticare, in queste poche parole illustrative delle acque sulfuree, l’azione antitossica che esser esercitano sull’organismo umano. Chimicamente, infatti è nota, la grande affinità che molti composti metallici hanno per lo zolfo. Con l’acido solfidrico, che da esse si sprigiona, reagiscono facilmente i sali mercuriali e piombici nell’intestino, formando sali insolubili che stimolano la peristalsi per la conseguente eliminazione. Utili sono pertanto le bibite di acque sulfuree sul saturnismo, nelle cure a base di mercurio e di bismuto. Inoltre le acque sulfuree svolgono una specifica azione antitossica verso i tossici endogeni del metabolismo umano, con un’azione diuretica e lassativa.

Azione terapeutica sull’apparato gastroenterico

Le acque sulfuree, a mezzo del loro contenuto gassoso, provocano un aumento della secrezione gastrica e attraverso l’azione solvente dei catarri gastrointestinali migliorano la nutrizione e lo stato generale della mucosa. Lo zolfo, inoltre, trasformandosi ad opera dei batteri intestinali in idrogeno solforato, agisce da blando purgante, stimolando la peristalsi intestinale e favorendo lo svuotamento dell’intestino. Sulle ghiandole annesse all’apparato digerente, agisce con una leggera azione stimolante, esaltando l’azione antitossica e neutralizzante del fegato, di cui stimola la coleresi.

Azione Terapeutica Generale
Accanto alle azioni terapeutiche locali che si hanno a livello degli organi e apparati attraverso i quali le acque si assumono, esse svolgono anche un’azione generale molto complessa su tutto l’organismo, i cui meccanismi di attuazione non sono stati ancora sufficientemente chiariti.

Azione terapeutica sull’apparato respiratorio

Lo zolfo inalato o eliminato per mezzo di esso influenza in modo nettamente positivo la naturale meiopragia e debolezza della mucosa respiratoria nei casi ricorrenti di riniti, rinofaringiti, laringiti e bronchiti, migliorando la nutrizione e l’irrorazione della mucosa stessa, che si evidenzia attraverso lo scioglimento del muco e attraverso una leggera azione antisettica e desensibilizzante.

Azione terapeutica sulla cute

L’azione dello zolfo si svolge migliorando il trofismo delle cellule dello strato corneo della pelle, le quali sono particolarmente avide di questo elemento, insieme con i loro annessi (peli, capelli). Quando poi sono in atto particolari processi morbosi, lo zolfo svolge un’azione prosciugante, cheratorilitica, cheratoplastica, in funzione della reazione (acida o alcalina) del processo che interessa la cute.

Caratteristiche delle acque di Suio

Sulle origini di Suio vi sono non poche incertezze, che lasciano largo spazio alle dispute tra storici e cultori locali (1). Quella che è certa, invece, è l’antichità delle acque termali sgorganti dal sottosuolo, acque connesse all’attività del vulcano di Roccamonfina le cui eruzioni cessarono circa 450 anni prima di Cristo. Tali acque erano note fin dai tempi più remoti, tanto che si sostiene che la stessa origine del nome Suio sia greca: infatti si afferma che la voce latina Suium, sia “la traduzione del greco Suion (Thuion) che significa: (terra) che manda un forte odore di zolfo” (2). Ne mancano, peraltro, testimonianze sull’uso terapeutico delle Acquae Vesciae” fin dal tempo dei Romani.

Le complesse vicissitudini storiche del territorio di Suio vedono un lungo periodo di decadenza economica che si riflette anche nell’abbandono delle Terne. Soltanto all’inizio del “700 si ha notizia di una certa ripresa dell’attività termale, peraltro fortemente limitata dall’insalubrità” dei luoghi.

Con le bonifiche e la sconfitta della malaria, a partire dalla seconda metà dell’800, la zona acquista la sua attuale prosperità e salubrità, compiendo un parallelo ma ancora modesto progresso anche nell’attività termale.
E’ infatti con l’ultimo dopoguerra che si assiste al rapido e considerevole sviluppo delle Terme di Suio, mediante la costruzione di nuovi stabilimenti, di alberghi, e con un deciso aumento delle presenze fino a circa 50.000 unità annuali.
La zona termale di Suio è attualmente costituita da numerose sorgenti solfuree a diverso grado di termalità. Si passa da sorgenti fredde (inferiori a 20°C) poste alle due estremità dell’area termale, a sorgenti via via più calde (termali e ipertermali) man mano che si procede verso il centro dell’area stessa, dove si superano i 60°C.

La caratteristica principale di queste acque è la presenza dello zolfo e quindi esse, in base alla classificazione delle acque minerali già citata (Messina), fanno parte delle acque sulfuree le caratteristiche chimico-fisiche delle varie sorgenti sono molto simili e le acque possono essere più precisamente classificate come acque minerali solfuree, bicarbonato
solfate, alcalino terrose (in alcuni casi carboniche), fredde, ipotermali, termali e per termali.. Esiste anche una sorgente ferruginosa carbonica.

L’azione terapeutica principale delle acque di Suio è esercitata dallo zolfo, cui si aggiungono gli effetti sinergici dell’anidride carbonica e del calore. Da ricordare anche la notevole presenza in queste acque di iodio e la loro non trascurabile radioattività.

Lo zolfo esercita sia un’azione locale sulle parti con cui viene a contatto (pelle, mucose genito urinarie, via respiratorie) sia un’azione generale su tutto l’organismo. L’azione locale è indicata nelle malattie della pelle, dell’apparato respiratorio, dell’apparato gastroenterico e dell’apparato urogenitale; l’azione generale è indicata per le malattie del ricambio, delle articolazioni, dell’apparato cardiovascolare.

Per queste caratteristiche le acque di Suio si prestano a tutte le tecniche d’uso della crenoterapia (bagni, docce, fanghi, inalazioni, aerosol, nebulizzazioni, irrigazioni vaginali e rettali) nonché alla idropinoterapia. L’enorme varietà di termalità, caratteristica di queste acque, consente infatti la migliore utilizzazione a fini terapeutici delle sorgenti a differente temperatura: dalle sorgenti fredde particolarmente indicate per le cure idropiniche e per l’imbottigliamento, a quelle termali e ipertermali particolarmente adatte alla somministrazione di bagni (fino a 38°C), ma soprattutto alla preparazione (maturazione) e somministrazione di fanghi (fino a 47°C).

Quindi, la specificità delle Terme di Suio dovrebbe essere indirizzata verso la fangoterapia. Il fango di Suio trova indicazione particolare, “oltre che nelle artroterapie croniche degenerative, nelle artrosi croniche e subcroniche secondarie, nella diatesi artropatica a sfondo iperuricemnico e nei reumatismi non articolati”, “in alcune forme nevritiche e vascolari periferiche, nelle affezioni epatocolecistiche ad andamento cronico, nel colon irritabile, nelle perivisceriti non specifiche, con particolare riguardo a quelle interessanti l’apparato genitale femminile”. (4)

E’ anche particolarmente interessante “la favorevole azione delle applicazioni in zona epatica” nelle dislipidermie e negli stati disfunzionali del fegato di pazienti obesi”. (5)
Tali caratteristiche fanno delle acque termo minerali di Suio un complesso praticamente unico per una vasta area dell’Italia centrale.

Tecnica d’uso

I bagni sono fatti in vasca, per lo più a temperatura di 37° – 40° C, per un periodo di 10 – 15 – 20 minuti. La cura comprende da un minimo di 10 ad un massimo di 15 bagni. Al bagno può accoppiarsi l’idromassaggio o il massaggio subacqueo. Altre forme di applicazione termale delle acque sono: irrigazioni vaginali e rettili, instillazioni nelle trombe di Eustachio, inalazioni umide a getto diretto, aerosol-terapia, nebulizzazioni. I fanghi possono essere generalizzati o locali e vengono applicati a temperature di 40° C per periodi di 10 – 15 -20 minuti. Un ciclo terapeutico comprende da 10 a 15 applicazioni.

Proprietà delle acque di Suio

  1. LE ACQUE MINERALI

1.1. Le acque minerali: generalità

Per acqua minerale si intende un’acqua dotata di proprietà farmacologiche utilizzabili in terapia; la terapia effettuata mediante acque minerali è detta crenoterapia, mentre la cura eseguita tramite acque minerali per bevanda è detta idroterapia.
Le acque minerali vengono suddivise e classificate secondo: il residuo fisso a 180°C, la temperatura, la composizione chimica, la concentrazione molecolare.
Tenendo conto del residuo fisso a 180°C le acque minerali sono divise in acque oligominerali (residuo fisso non superiore a 0.2 gr. per mille), acque mediominerali (residuo fisso tra 0.2 e 1.0 gr. per mille), acque minerali (residuo fisso superiore a 1 gr. per mille).
Secondo la temperatura alla sorgente le acque si dividono in acque fredde (sotto i 20°C), ipotermali (20-30°C), omeotermali (30-40°C) e ipertermali (sopra i 40°C).
In base alla composizione chimica le acque minerali si dividono in varie classi (Messini),: acque arsenicali e arsenicali ferruginose, bicarbonato, solfate, cloruresodiche o salse, salsoiodiche e solfuree. Naturalmente questa prima suddivisione, basata sul prevalente elemento chimico o sulla prevalente associazione di elementi chimici, consta di numerose ulteriori suddivisioni in funzione della presenza minore di altri elementi (per esempio acque bicarbonato solfate alcalino terrose). Altre importanti caratteristiche chimiche sono la radioattività e la presenza di anidride carbonica libera (acque carboniche).
Infine, per quanto riguarda la concentrazione molecolare le acque minerali si dividono i in acque ipotermiche, isofoniche, ed ipertomiche.
1.2. Le acque minerali: indicazioni terapeutiche, tipi di cura, principali centri termali
L’indicazione terapeutica, l’azione esercitata sull’organismo e la tecnica d’uso delle acque minerali dipendono principalmente dalla loro composizione chimica, oltre che dalla  temperatura e dalla concentrazione molecolare.
Pertanto di seguito vengono sommariamente illustrate le caratteristiche delle acque sulla base della classificazione sopra riportata, indicando nell’ordine: caratteristiche chimiche, tecnica d’uso prevalente, indicazioni terapeutiche, principali stazioni termali italiane.

  1. a) Acque arsenicali ed arsenicali ferruginose

Contengono ferro, sotto forma di bicarbonato o solfato terroso e arsenico.
Vengono utilizzate per bibita, bagni e fanghi e sono indicate nelle malattie del sangue, degli organi emopoietici, negli stati linfatici, negli stati depressivi, nell’ipertiroidismo, nelle neuriti, in convalescenze. La principale stazione termale si trova a Levico-Vetriolo..

  1. b) Acque bicarbonate

In queste acque prevale l’anione HC03; le alcaline sono più ricche di bicarbonato di sodio, le alcalino terrose più ricche di bicarbonato di calcio. Alcune contengono acido carbonico libero. La tecnica d’uso più importante è la cura idroponica, ma sono usate anche per bagni e fanghi.
Sono indicate nelle gastriti catarrali croniche con ipercloridia, duodeniti, malattie epatiche, calcolosi urica, diabete, gotta.
Le principali stazioni termali si trovano ad Agnano, Castellammare di Stabia, Sangemini..

  1. c) Acque bicarbonato solfate alcalinine, alcaline terrose

Sono acque dalle caratteristiche intermedie tra le acque bicarbonato e le acque solfate, adatte soprattutto alla cura idropinica.
Sono indicate nelle malattie del fegato e delle vie biliari (calcolosi), nelle malattie del ricambio, nelle affezioni catarrali gastriche; le acque bicarbonato solfate poco concentrate sono indicate nelle affezioni delle vie urinarie.
Le principali stazioni termali si trovano a Casciana Terne, Chianciano, Saint – Vincent, San Pellegrino Terme.

  1. d) Acque solfate

In queste acque prevale l’azione S04; le acque cosiddette “amare” sono acque solfate iodico-magnesiache.
Sono utilizzate per la cura idropinica mentre le alcalino terrose sono utilizzate anche nella crenoterapia.
Sono Indicate specialmente nei casi in cui sia necessario attivare l’emergenza intestinale, nei catarri cronici dell’apparato digerente (acque cloruro solfato sodiche, solfate deboli,
bicarbonato solfate).
Le principali stazioni termali si trovano a Boario Terme, Bormio , Crodo.

  1. d) Acque cloruro sodiche o salse e salso-solfato-alcaline

Nella composizione di queste acque prevale il cloruro di sodio; alcune sono anche ricche di solfato di sodio e bicarbonato di sodio.
Sono adatte alle cure idropiniche e in misura minore alla crenoterapia.

Sono indicate nella colelitiasi, nella epatocolecisti, nell’epatite semplice, nella congestione epatica, negli stati precirrotici e nella primissiima fase della cirrosi; nelle gastriti catarrali; nella stitichezza atonica, nella stitichezza spastica; nelle diarree post prandiali e da dispepsia gastrica o duodenale; nelle coliti; nelle malattie del ricambio e nel diabete.
La principale stazione termale di questo tipo si trova a Montecatini Tenne.

  1. e) Acque saisoiodi che è salsobromoioniche

Contengono, oltre al cloruro di sodio, lo iodio e spesso anche il bromo. Sono adatte soprattutto per la somministrazione di bagni, inalazioni, irrigazioni, fanghi (la cura idroponica è indicata per le acque salsoiodiche diluite).
Sono indicate nelle malatte infiammatorie ginecologiche croniche e loro postumi; nel reumatismo articolare cronico, negli esiti di lesioni articolari, muscolari ed ossee; nelle affezioni infiammatorie croniche delle prime vie respiratorie; nei postumi di forme infiammatorie polmonari e pleuriche, nelle peritoniti tubercolari, negli esiti di processi infiammatori addominali; nel linfatismo, nella scrofolosi; nelll’arterio-sclerosi, nella lue al terzo stadio, nelle dermatosi poco irritabili. Le principali stazioni termali si trovano a Ischia e Salsomaggiore Terme.

  1. f) Acque sulfuree

Sono acque il cui componente principale è lo zolfo bivalente in combinazioni varie (acido solfidrico, solfuri, tiosolfati, idrosolfiti) in continua trasformazione per l’intrinseca instabilità dello zolfo e per l’’influenza dei componenti dell’aria e l’intervento di processi microbici; da qui la molteplicità delle azioni farmacologi che e terapeutiche.esplicate da queste acque.
Le acque solfuree si distinguono in acque solfuree propriamente dette, acque solfuree bicarbonate, acque solfuree salse, acque solfuree solfate, acque solfuree salsobromoioniche. Sono indicate in alcune malattie della pelle; nelle malattie dell’apparato respiratorio e otorinolaringoringoiatriche, nelle malattie ginecologiche e in alcune malattie dell’apparato digerente. Per la loro azione generale le acque solfuree sono indicate nelle malattie del ricambio (diabete, obesità); nelle malattie osteo-articolari (reumatismo cronico, artropatie croniche) in alcune malattie dell’apparato circolatorio; nelle intossicazioni croniche da metalli, specialmente da piombo e da mercurio.

  1. g) Acque carboni

Sono caratterizzate dalla presenza di’ acido carbonico libero; per la maggior parte sono acque bicarbonate e sono utilizzate nella cura faropinica e nei bagni carbogassosi.
Sono indicate nella dispepsia ipocloridrica; nella tendenza all’acidosi; nella calcolosi urica; nelle alterazioni del ricambio urico (per bibita). Sono indicate nell’ipertensione essenziale;
nella neurosi cardiaca con tachicardia, nelle forme iniziali della angina pectoris, nei morbi di Burger e di Reymond, nelle varici degli arti inferiori; nella nevrastenia con ipocondria, per
bagni.

Le principali stazioni termali carboniche si trovano a Agnano Tenne, Casciana Terme, Chianciano Tenne, Recoaro Tenne.

Modalità di Accesso

È raggiungibile sia con i trasporti pubblici che in auto. E’ assicurato l’accesso ai diversamente abili.

Orari di Apertura

È possibile accedere da aprile/maggio a settembre/ottobre

Contatti

Ufficio Relazioni con il Pubblico - URP
Telefono

0771607923

Email

urp@comune.castelforte.lt.it

Indirizzo

Piazza Municipio 1 cap 04021 Castelforte (LT)

Luogo

Via delle Terme, 04021, Area termale di Suio

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